Un incontro temutosi a Biancavilla per rendere viva la tradizione popolare autentica. Un’iniziativa al alto valore culturale, strettamente connessa col territorio. Favi Amari – Il lungo viaggio del cantastorie Nonò è un libro la cui presentazione si è svolta lo scorso 19 ottobre a Villa delle Favare. Biancavilla ha avuto il merito di accogliere tutto questo, tanto affascinante quanto identitario.
Chi ha voluto l’iniziativa
L’Accademia Universitaria Biancavillese ha organizzato l’evento. L’intento, come afferma la presidente Rosa Lanza, è quello di salvaguardare le tradizioni del territorio. Le stornellate del cantastorie rientrano nel patrimonio dell’umanità; riascoltarle rimanda alla giocosità. Il libro Favi Amari, scritto da Michele Burgio, racconta l’attività di cantastorie di Onofrio Salamone, detto Nonò. Nato nel 1945, questi viene da Sutera (Caltanissetta) ed è stato protagonista dell’evento.
Michele Burgio, l’autore del libro, per cause di forze maggiore, non ha potuto partecipare all’evento. Ad animare la serata, apprezzata da un’interessata e partecipe platea sono stati il professore Salvatore Farina, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo “Ruggero Settimo” di Caltanissetta e direttore della collana “Potrei scrivere un libro”, Ed. Lussografica e il Dott. Riccardo Ricceri.
Favi Amari: le parole di Nonò Salamone
Figlio di un poeta popolare, da cui si è ispirato, inizia da ragazzino a cantare. Prima resta coinvolto dalla musica leggera, quella più conosciuta, poi scopre i canti popolari e li interpreta. Nonò racconta le emozioni della gente nel vedere un artista, quale il cantastorie, salire nella macchina col megafono e raccontare. Essa è stata immedesimata e appassionata rispetto alle storie proposte, le quali hanno riguardato sia le vicende popolari sia i fatti di denuncia sociale. Il popolo aspetta e ascolta il cantastorie, che allieta e al contempo tratta argomenti di un certo spessore.
Nonò Salomone ha collaborato con diversi autori della musica leggera, come Mino Reitano e Claudio Villa, nonché di quella popolare, come Rosa Balistreri. C’è stata una profonda sinergia artistica con Ciccio Busacca, da cui si è tanto ispirato. Nonò da piccolo ha ascoltato la storia di Salvatore Giuliano raccontata da lui. L’interpretazione è stata talmente profonda da percepire Giuliano quasi come una persona vicina. Nonò e Busacca hanno girato spesso lungo le varie località italiane. Il cantastorie di Sutera ha lavorato sia per la TV e la radio, la sua è una vera e propria vocazione.
Le parole Favi Amare rimandano all’alimentazione tipica delle persone povere e umili, prima e immediatamente dopo la guerra. Le fave molto spesso hanno costituito l’unica fonte di cibo fruibile in quel periodo, senza nessuna alternativa.
La figura del cantastorie oggi
Nonò Salamone ha affermato che nei tempi odierni chi svolge quest’attività è intenditore di musica e spettacolo. Anche in questo ambito, quindi, c’è stata un’evoluzione, rimanendo sempre legata alla tradizione popolare. Claudio Romano, del siracusano, riprende tutto questo, perché ne è strettamente legato. Nonò è iscritto nel registro dei tesori viventi di Sicilia.
Un’occasione importante per mantenere la memoria di usi e costumi della Trinacria, in un’epoca in cui la globalizzazione continua ad incalzare e sussiste il rischio di far smarrire le origini.
