La stagione invernale sembra finalmente arrivata dopo un dicembre insolitamente caldo e privo di piogge nella nostra zona etnea. A Muntagna è imbiancata, indossiamo indumenti pesanti e battiamo i denti. Sono questi i giorni più freddi dell’anno, conosciuti come “giorni della merla” Scopriamo assieme di cosa si tratta.
I giorni della merla
Per “giorni della merla” si intendono tradizionalmente gli ultimi tre giorni di gennaio, 29-30-31 del mese considerati i più freddi dell’anno secondo la saggezza popolare. Durante queste tre giornate si registrano le temperature invernali più basse, si diramano allerta meteo, si intensificano le nevicate e si sente veramente freddo. Tuttavia, proprio in questi giorni, la luce del sole inizia ad allungare le giornate.
Una volta questi erano i giorni più freddi dell’anno da cui si capiva come sarebbe stata, a livello meteorologico, la fine dell’inverno (ora, con il cambiamento climatico non sono proprio i più freddi, e non si riesce più a fare una stima).
Si dice che SE i GIORNI della MERLA sono terribilmente freddi, la PRIMAVERA sarà bella e ARRIVERÀ PRESTO, se invece in quei tre giorni il tempo sarà clemente, la primavera tarderà ad arrivare e non sarà così fiorente.
La leggenda
La leggenda più diffusa narra che, quando i merli avevano ancora il piumaggio di color bianco, una merla, per ingannare gennaio che puntualmente portava vento e freddo intensi, decise di fare provvista di cibo e di restare nascosta con tutta la sua nidiata. L’uccello uscì solo l’ultimo giorno del mese, che allora durava 28 giorni, vantandosi di aver imbrogliato Gennaio con quello stratagemma che le aveva permesso di sottrarsi alla sua gelida morsa. Gennaio, infuriato, chiese a febbraio tre giorni in prestito e scatenò una tempesta di neve e gelo, costringendo l’incauta merla a ripararsi dentro un camino. Il manto della merla divenne così marrone di fuliggine e da allora così è rimasto.
In realtà le statistiche meteo tendono a contraddire questa credenza, in quanto spesso si tratta di giorni con un grado in più rispetto alla media stagionale.
Una storia legata alla Sicilia
Questa leggenda trae spunto da una matrice tutta siciliana che affonda le radici nel mito di Proserpina, figlia della dea dell’agricoltura Demetra, rapita da Ade, fatta sua sposa. Come sappiamo, Proserpina trascorreva sei mesi con la madre, tornando sulla Terra e determinando la gioia e l’abbondanza delle messi e del raccolto, e gli altri sei mesi, con lo sposo negli Inferi. Ciò causava alla madre tristezza tanto da abbandonare il mondo al freddo. Ad annunciare il ritorno della figlia e le stagioni della Primavera ed Estate era proprio un merlo. Ecco qui il legame con la tradizione popolare. Inoltre, se nei giorni in cui il merlo usciva dal nido per compiere il suo dovere le temperature erano miti, l’animale indicava che l’inverno sarebbe durato a lungo, perché Persefone l’anno precedente si era attardata nel ritornare nell’Ade.
Il merlo come altri uccelli, ha il sentore dell’arrivo della rigida stagione invernale.
Le giornate della merla a Biancavilla
Biancavilla vive pienamente questo freddo. Le temperature sono bassissime, soprattutto la notte e durante la mattina. Addirittura si è formata lungo le strade una lastra di ghiaccio che rende pericolosa la percorribilità. L’Etna è ricoperta di neve, nonostante una bocca in eruzione. Si battono i denti e le ginocchia. Ciononostante il freddo occorre dopo le scorse stagioni caratterizzate da caldo e siccità.
Si raccolgono gli agrumi che grazie al freddo raggiungono il giusto grado di dolcezza, in particolare le arance rosse della piana di Catania. Tuttavia il rischio che il freddo e il gelo rovinino i raccolti e le produzioni è sempre temuto!
Eccovi svelato il significato di questo modo di dire legato ai giorni più freddi della stagione invernale!