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Le caldarroste, le più amate dell’autunno biancavillese

Caldarroste Copertina

La tradizione di preparare e soprattutto consumare le caldarroste nelle sere d’autunno è fortemente diffusa anche a Biancavilla, soprattutto durante le serate delle feste patronali assieme ad altre specialità tipiche del cibo di strada. Scopriamola insieme.

La tradizione delle caldarroste

Le Caldarroste sono un cibo popolare, forse il primo esempio assoluto di street food, radicato negli usi e costumi da centinaia di anni. La tradizione delle caldarroste è legata al nostro territorio che ricade nel parco dell’Etna. Dalle vigne fino ai boschi si trovano tantissimi castagneti. Si tratta delle castagne arrostite lentamente sul fuoco, all’interno di lunghi calderoni, alti circa un metro e mezzo, detti focolari che culminano con un pentolone bucherellato da cui si sprigiona il fumo e il profumo che cattura tutti, ottenuto mettendo sui carboni ardenti il sale grosso. Questi strumenti hanno un tubo che fa da tramite con la brace. Quello che contraddistingue le classiche caldarroste è la buccia bianchissima ottenuta dell’effetto del sale che a contatto con le fiamme vaporizza e colora le castagne di bianco.  Si tratta di una peculiarità tipica della tradizione siciliana.

Le caldarroste cotte nei tradizionali focolari dai Castagnari;
Le caldarroste cotte nei tradizionali focolari dai Castagnari; foto di S. Portale

Solitamente si vendono per strada, si consumano nella busta di carta marrone che richiama il coppo.

Probabilmente il nome deriva dagli “slogan” che i venditori di un tempo urlavano per attirare acquirenti. “Calde e arrostite, venite a prendere le castagne buone!” doveva essere una frase del genere quella che i caldarrostai utilizzavano per convincere i potenziali clienti. Con il passare del tempo i due aggettivi si sono fusi e hanno dato vita al nome attuale.  Col nome “caldarroste” si indica un particolare modo di cucinare le castagne. E ‘una delle tradizioni che si tramanda spesso di famiglia in famiglia.

Le castagne dell’Etna

Il castagno è originario dell’Europa, si tratta di un albero appartenente alla famiglia Fagaceae; colpisce per la maestosità della sua chioma e della sue dimensioni. la specie presente in Sicilia e nell’area etnea è coltivata in zone collinari e montuose tra i 300 e 1000-1200 m caratterizzate da un clima temperato con inverni non troppo rigidi ed estate calde.

La castagna è il frutto dell’albero selvatico mentre il marrone è quello della pianta coltivata e modificata con successivi innesti. Nel riccio della castagna si possono trovare numerosi frutti, in quello del marrone di meno.

I boschi dell’Etna, all’interno del vasto Parco, sono copiosi di castagneti. Il versante ovest dell’Etna su cui si trova Biancavilla ne produce in abbondanza. Sono però una specie protetta.

Le castagne dell’Etna hanno in sé tutte le caratteristiche tipiche del terreno lavico, particolarmente ricco di minerali.

Le castagne dell'Etna da cui ricavare le caldarroste
Le castagne dell’Etna da cui ricavare le caldarroste; foto di S. Portale

Le castagne sono buonissime e fanno bene. Sin dall’antichità sostituivano il pane per le proprietà nutritive. Esse, inoltre, da sempre protagoniste di numerose ricette sia in dolci (marrons glacés) che in versione salata (caldarroste); inoltre esse si consumano siano fresche che secche. Si possono mangiare sia arrostite, che al forno o anche bollite.

Le caldarroste a Biancavilla

In queste sere, le caldarroste sono le protagoniste di molti pomeriggi e spesso cene passati insieme fra amici, gustando il buon vino novello e passando momenti di convivialità. Ancora, come strascichi delle feste di San Placido, soprattutto la sera nelle zone del piazzale dell’ospedale, di piazza Sgriccio e della periferia nord di Biancavilla al confine di Adrano, si trovano appostati i castagnari con le loro bancarelle e focolari. Si tratta di venditori ambulanti che sono fra i protagonisti delle feste di autunno nei vari paesi e nelle vie principali della città.

Tanti sono i biancavillesi che, le domeniche mattina, organizzando dei veri e propri pic nic con la famiglia, si recano al bosco per raccogliere i ricci caduti e aperti dai migliaia di castagni che lo popolano. La raccolta libera è consentita solo ed esclusivamente nei boschi limitrofi del Parco dell’Etna, ma non all’interno di esso. Tante castagne cadute si trovano addirittura lungo le strade di percorrenza per raggiungere l’Etna.

Caldarroste
Le caldarroste rivendute nelle bancarelle dai castagnari; foto di S. Portale

Molti biancavillesi hanno anche l’abitudine di cuocerle e prepararle anche in casa

Esse sono le protagoniste assolute, assieme al vino rosso di casa, della festa di San Martino l’11 novembre, altra occasione per riunirsi e festeggiare con amici e parenti. 

Come si preparano?

Le castagne sono simbolo dell’autunno in tavola. Si possono anche facilmente preparare in casa. Una volta che si hanno a disposizione le castagne la prima cosa da fare è metterle ammollo in acqua almeno mezz’ora. Successivamente bisogna praticare su ogni castagna un’incisione sulla buccia, preferibilmente al centro. Infine si procede poi con la cottura o in forno per circa 40 minuti, o al microonde. Dopodiché si gustano delle ottime castagne croccanti. Dopo l’ammollo e incisione si possono predisporre anche sulla padella coi fori. Occorre mescolare le castagne di volta in volta per far sì che non si brucino e che vi sia una cottura omogenea. Una volta cotte si possono gustare con l’aggiunta del sale.

Per fare le castagne bollite invece occorre bollirle in acqua per almeno 40 minuti. Il risultato finale saranno dei bocconcini squisiti da mangiare. Queste castagne si mangiano ugualmente al naturale o con la preparazione di pietanze dolci o salate.

Le nostre castagne dell'Etna hanno in sé tutte le componenti della terra vulcanica
Le nostre castagne dell’Etna hanno in sé tutte le componenti della terra vulcanica; fonte foto Pixaby

Le Castagne della nostra zona e di Biancavilla costituiscono preziosi frutti della nostra terra; esse sono visceralmente legate anche alla nostra cultura e storia agricola. Come il vino, il ficodindia, la nocellara occorrerebbe dar vita a dei progetti di valorizzazione e vendita in circuiti internazionali.

foto copertina facebook

Le caldarroste, le più amate dell’autunno biancavillese ultima modifica: 2022-10-26T10:00:00+02:00 da SABRINA PORTALE

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