Bottiglie di salsa di pomodoro: tradizionalmente, la fine di agosto, coincide con la preparazione delle conserve annuali, fra cui figurano anche e soprattutto le passate di pomodoro fatte in casa. A Biancavilla questa tradizione è fortemente viva e sentita anche ai nostri giorni, seppur con lievi differenze rispetto al passato.
Le bottiglie di salsa di pomodoro
In queste calde giornate, camminando per le vie della nostra Biancavilla, può capitare di sentire il profumo intenso dei pomodori e basilico fresco e di tutti i sapori tipici della tradizionale cucina mediterranea e di imbattersi nei riti della preparazione di questo prodotto. Preparare la salsa da usare per tutto l’anno è infatti un patrimonio della nostra tradizione contadina. Se ci si inoltra nelle strade di Biancavilla, sia quelle del centro storico che non, si possono vedere le nonne con indosso i grembiuli, le casse di legno con le bottiglie di vetro messe all’angolo e pronte all’uso dopo la sterilizzazione, le coperte, il passapomodoro e tutti gli utensili impiegati per questa preparazione. I rumori di questa tradizione sono inconfondibili, come le voci, i colori.
Il pomodoro è l’ingrediente principe della cucina mediterranea, fondamentale in alcune ricette e onnipresente sulle nostre tavole. La salsa di pomodoro è indiscutibilmente la regina di tutte le conserve. Questo tipo di conserve si prepara ad agosto perché è il mese dell’anno migliore per la maturità del pomodoro.
La preparazione
In paese si comincia ben presto, addirittura di prima mattina e tutte le azioni relative alla preparazione si eseguono solitamente in gruppo all’interno del quale ognuno ha il proprio compito ben preciso. Di solito, a seconda della quantità, si possono impiegare dai due ai tre giorni per l’allestimento delle bottiglie. Spesso si usano pomodori che famiglie coltivano all’interno del proprio orto.
Quello che si prospetta è un lavoro faticoso in cui serve coordinazione e precisione. Di solito ci si riunisce in campagna, in casa, in giardino o nei tipici cortili. Per tutto il giorno si cuoce, macina e imbottiglia la polpa di pomodoro. In primis c’è chi sceglie i pomodori, chi li lava, chi appresta i pentoloni o casseruole, tappabottiglie, mestoli, cucchiai di legno, imbuto, scolapasta, bottiglie di birra o di passate vuote, macinino-separa-bucce-dalla-polpa, coperte o canovacci. Seguono la fase della cottura e dell’imbottigliamento.
I pomodori devono essere abbastanza maturi prediligendo quelli a grappolo e tondi e dalla forma allungata. Immancabili anche le spezie, sale, cipolla, aglio, peperoncino, origano, olio e basilico a foglia larga. Dopo la cernita, i pomodori si tagliano e mettono dentro ai pentoloni per essere cotti a fuoco medio, girati con regolarità con il cucchiaio di legno. Inoltre la passata viene messa all’interno dei passaverdure per eliminare le parti peggiori e i residui. Nel frattempo si preparano le bottiglie già sterilizzate in forno a 150 °C o fatte bollire in abbondante acqua e messe ad asciugare. Il sugo di pomodoro va riunito in un’unica pentola e ulteriormente messo sul fuoco per circa 15 minuti.
La cottura
La passata di pomodoro si può preparare in due modi: a crudo e a cotto. A Biancavilla e nei paesi limitrofi si preferisce cuocerli.
Non appena il pomodoro raggiunge la giusta consistenza si aggiungono i sapori e si mette immediatamente dentro la bottiglia che viene tappata e subito riposta capovolta tra le coperte e canovacci per circa 2 giorni.
Un rito quello delle bottiglie della salsa di pomodoro
Un vero e proprio rito, quello della preparazione delle conserve di pomodoro, perpetrato di generazione in generazione, una tradizioni del passato che ci dice molto sulla nostra storia e identità. Preparare le bottiglie di salsa di pomodoro rappresenta ancora oggi, nonostante la facilità di reperire il prodotto nei supermercati, un’occasione per stare insieme soprattutto in famiglia. Donne, uomini, bambini si impegnano nella preparazione. L’atmosfera è gaia e gioiosa.
Una curiosità tipica legata a questa preparazione riguarda le donne. Se avevano il ciclo in corso, come capitava spesso per le preparazione dei dolci o del pane, venivano estromesse per evitare che le conserve potessero non essere preparate nel migliore dei modi e quindi corrotte. Il lavoro e la fatica sarebbero stati vanificati. A loro spettava occuparsi di altro, non della cottura. Ciò si riscontra spesso anche a Biancavilla.
Una tradizione
Una tradizione unica e pregna di suggestioni, ricordi. Chi tra di noi non ha vissuto pienamente questo momento? O non ha visto nonni, genitori, zii, vicini di casa e conoscenti impegnati in questa preparazione? Chi di noi non ha mangiato la salsa calda e cotta su un crostino di pane croccante tiepido condito con olio d’oliva? Era la merenda del pomeriggio: buona, saporita, genuina e nutriente.
Dopo aver eseguito tutte le azioni, si ripuliva tutto e si preparava la cena per tutti, ovviamente usando il freschissimo pomodoro e basilico delle bottiglie. Il momento topico di queste conserve avveniva quando nel periodo invernale, cioè dopo mesi dall’imbottigliamento, all’apertura di una bottiglia, il profumo intenso del pomodoro e del basilico fuoriuscivano catturando l’olfatto, la vista e il gusto.
Non dimentichiamo queste tradizioni!
Fonte foto copertina: https://pxhere.com.
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