Una nuova tila è stata allestita per la quaresima nella Chiesa Madre di Biancavilla. Cadrà la notte di Pasqua per svelare Cristo Risorto. Scopriamo storia e significato di questo arredo sacro.
La tila
Il termine dialettale tila designa una grande tela dipinta che rappresenta scene della Passione di Cristo e che viene esposto durante la Quaresima nelle chiese cristiane. E’ conosciuta anche come velo quaresimale o tela della Passione.
La tradizione di utilizzare questo arredo sacro ha origine dal racconto della Peregrinatio Aetheriae, in cui l’autrice, Egeria, narra il proprio viaggio in Terra Santa nel IV secolo. Nelle chiese orientali, i riti quaresimali prevedevano un coinvolgimento diretto dei fedeli grazie a un sapiente uso di veli e tele dipinte da utilizzare durante la Quaresima.
La funzione di queste tele era nascondere l’altare dall’inizio della Quaresima o della domenica della Passione fino al mercoledì o il sabato santo per svelare come Cristo, da uomo mortale, si rivela come uomo e Dio che sconfigge la morte.
Origine storica
L’introduzione in Sicilia di questa pratica devozionale si deve ai missionari dell’Ordine teutonico giunti a Palermo e Messina grazie al Gran Conte Ruggero, dopo la riconquista normanna della Sicilia. Alcuni ritengono che il rito sia di chiara origine spagnola, come tutte le tradizioni pasquali siciliane, fra cui la processione delle statue che ripercorrono la Via Crucis di Cristo. Dal 1400 l’uso della tela si impose in tutta Europa.
Nel corso del XIX secolo, l’usanza della “velatio” si espanse a macchia d’olio nelle grandi e piccole chiese della Sicilia.
“Â calata ‘a tila”
La tela quaresimale, nel nostro paese di Biancavilla, è stata usata all’interno delle chiese fino agli anni 60. Essa è protagonista di un rito antico denominato  calata o cascata ‘a tila che prevedeva l’improvviso disvelamento del presbiterio durante la veglia della notte di Pasqua all’inizio delle prime note del canto del Gloria, per celebrare Cristo Risorto.
Proprio durante la notte della veglia, tra il Sabato Santo e la domenica di Pasqua, il telo veniva fatto cadere improvvisamente lasciando apparire dietro l’immagine o la statua del Cristo Risorto.
I teli quaresimali, molto in voga fino alla metà del secolo scorso erano una parte integrante delle celebrazioni liturgiche quaresimali. Si tratta spesso di grandi tele fatte di sacchi di iuta dipinti a
mano, molte di esse hanno valore pregiatissimo, grazie alle pitture di tanti maestri. E’ un uso mutuato dal teatro barocco per teatralizzare e coinvolgere maggiormente i fedeli all’evento. Questo genere di effetti speciali è caduto in disuso a seguito delle importanti riforme liturgiche messe in opera dal Concilio Vaticano II tra 1962-1965.
Un rito atteso
Negli anni duemila, quest’usanza è stata ripresa nelle principali chiese di Biancavilla e si ritrova in molte parrocchie delle diocesi siciliane e catanesi.
Un tempo la caduta della tela era molto attesa, soprattutto dagli agricoltori, che riponevano in essa speranze per i buoni raccolti: se il telo cadeva in modo regolare ci si aspettava una produzione favorevole, in caso contrario sarebbe stata un’annata difficile.
Le tele della Chiesa Madre e Annunziata
Sia la Chiesa Madre che la Chiesa santa Maria dell’Annunziata hanno ripreso quest’usus facendo realizzare due tele al maestro biancavillese Giuseppe Santangelo. Per la Chiesa Madre, Santangelo realizzò una prima tela di colore viola con raffigurata l’ ombra di Gesù Crocifisso visto di spalle. Venne utilizzata fino al 2019.
Per la Chiesa dell’Annunziata, Santangelo realizzò una tela con la raffigurazione di una grande croce in primo piano che si staglia sul paesaggio del Golgota, in cui si vedono il sudario bianco attorcigliato, la scritta INRI, la scala che servì anche per la deposizione del Cristo morto e la pietra tombale, tutti elementi che rimandano al mistero cristiano della morte e resurrezione. Da anni è diventato ormai uso comune adoperarle.
La nuova tila della Chiesa Madre
Inaugurata nella Basilica Santuario Maria Santissima dell’Elemosina, alla vigilia della prima domenica di Quaresima, la nuova tela raffigura la Crocifissione di Gesù Cristo. L’opera si intitola ” Lo spettacolo della croce“. Autore è l’artista adranita Vincenzo Valastro che ha anche assistito alla posa della tela illustrandone la simbologia.
” Lo spettacolo della croce”
Il manufatto, di circa sessanta metri quadrati, consistente in una gigantografia raffigurante Gesù crocifisso nell’atto di affidare la Madre al discepolo Giovanni, circondato da raggi luminosi e angeli. In alto si trovano Dio Padre e lo Spirito Santo; ai piedi della croce Maria, Giovanni e Maria Maddalena; in basso, in primo piano, un soldato romano a cavallo che sovrintende al supplizio; sullo sfondo Gerusalemme ,in cui risaltano elementi architettonici del paesaggio etneo, in cui è possibile riconoscere il prospetto della Basilica di Biancavilla, il Castello normanno di Adrano e il Ponte dei Saraceni. In basso la scritta: “ECCE MATER TUA”. Predominano i toni del grigio. Secondo le intenzioni dell’artista, questa tela era molto vicina a quella originale usurata dal tempo.
La funzione della tila
I lavori di realizzazione della tela sono iniziati a marzo del 2021 e si sono conclusi a fine febbraio. Molti sono stati gli apprezzamenti dei Biancavillesi riguardo all’opera che arricchisce ancor di più la già ricca Basilica collegiata di Biancavilla.
Realismo storico e simbolismo teologico si intrecciano in quest’opera.
La tela non è solo un oggetto ornamentale ma si inserisce in un percorso più ampio di catechesi e di riscoperta delle tradizioni e dei riti pasquali biancavillesi.
fonti: la tela quaresimale, pagina facebook Madre di Misericordia. Foto di S. Portale
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