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Sant’Agata e la devozione di Biancavilla

Sant'Agata busto venerato a Catania

Sant’Agata, patrona della città di Catania e fra i santi più conosciuti e amati in tutto il mondo, è legata alla cittadina di Biancavilla da una grande e indissolubile devozione. Alla sua festa partecipano anche tanti biancavillesi. Agata è tra i nomi femminili più diffusi in città. Molti sono i biancavillesi devoti che indossano il tradizionale “saccoe prendono parte alla processione, una delle più intense ed emozionanti.

La Storia di Sant’Agata

Agata, che in greco significava “buona“, visse a Catania nel III secolo d. C., durante il proconsolato di Quinziano. La giovane apparteneva una famiglia ricca e nobile. Agata subì l’arresto, l’interrogatorio e la consegna ad Afrodisia, donna di malaffare, affinchè la convincesse ad abbandonare il suo credo. Divenuta sin da giovanissima testimone di Cristo fu messa a morte durante la persecuzione di Decio (249-251). Agata respinse Quinziano che la invitò anche ad abbandonare la sua fede e a cedere alle sue lusinghe in cambio della vita salva. La giovane catanese rifiutò le proposte di Quinziano che decise dapprima di torturarla e poi di punirla ancor più crudelmente privandola delle mammelle. Riportata in cella sanguinante, durante la notte di atroci sofferenze, fu guarita da San Pietro.

Quinziano, venuto a conoscenza del fatto prodigioso, decise di farla bruciare su un letto di carboni ardenti all’interno di una fornace posta a pochi metri dal suo carcere. Anche durante quest’altro supplizio si compì un altro miracolo: il tradizionale manto rosso che indossavano le vergini consacrate rimase intatto, resistendo alle fiamme. Mentre Agata veniva arsa viva, un forte terremoto colpì Catania e causò la morte dei carnefici, fra cui Quinziano. Portata in cella morì il 5 febbraio del 251. Lo stesso giorno tanti catanesi accorsero al suo sepolcro.

Patrona di Catania

La giovane martire catanese venne acclamata santa e divenne patrona della città. A lei si rivolsero i catanesi durante la terribile eruzione che distrusse Catania nel 1669. Il corso della lava fu deviato dal mantello miracoloso, il cosiddetto “velo”. Da allora Sant’Agata divenne la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e contro gli incendi. 

Inoltre, una ricorrenza importante legata al S. Agata è quella relativa al 17 agosto in cui si ricorda il ritorno a Catania delle spoglie trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace nella notte del 17 agosto  1126! I catanesi. sorpresi nel cuore della notte, accorsero in direzione dell’antico porto festanti ad accogliere la loro amata santa, indossando la camicia da notte bianca che ha dato origine all’abito tradizionale indossato dai devoti di Agata, ovvero il “sacco“.

La Cattedrale di Catania è consacrata a Sant’Agata. La città di Catania ha un legame indissolubile e strettissimo con questa Santa.

Dal 3 al 5 febbraio dedica alla Santa grandi festeggiamenti che mischiano fede e folklore. La sua festa, con la spettacolare processione delle reliquie, è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità Unesco

La festa di Sant'Agata fra fede e folclore celebrata l'ultima volta nel gennaio 2020
La festa di Sant’Agata fra fede e folclore celebrata l’ultima volta nel gennaio 2020; foto di S. Portale

Sant’Agata e i biancavillesi

Anche i biancavillesi sono legati alla santa catanese. Tante donne e uomini ne portano il nome. Diffusi anche : Agatino, Agatina, Tino , Tina, Tinuzza. Anticamente si usava anche il termine strettamente dialettale Aita o Aitina.

A Biancavilla, soprattutto nei quartieri più antichi e popolari, si trovano anche edicole votive con l’effige di S. Agata. In molte case si custodiscono ancora antichissimi quadri che testimoniano la fede e devozione verso questa santa.

Mia nonna mi raccontava sempre di essere stata guarita da una gravissima febbre all’età di 3 anni, dopo che la madre aveva appoggiato sulla fronte l’immagine della Santa e averla pregata per tutta la notte. Io e la mia famiglia siamo ancora legate a quel quadro che custodiamo con affetto e venerazione.

Tra i devoti che indossano il sacco, partecipano alle funzioni religiose, alle processioni, tirano il fercolo per le strade di Catania e si godono la festa si annoverano tanti biancavillesi.

Inoltre la cake designer biancavillese Agata Consoli, ha dedicato al Sant’Agata un busto reliquiario realizzato in scala reale. L’artista biancavillese ha riprodotto fedelmente il busto originario.

Il velo di Sant’Agata a Biancavilla

Il velo di Sant’Agata è una reliquia conservata nella Cattedrale di Catania in uno scrigno d’argento insieme ad altre reliquie della santa catanese. La tradizione vuole che sia una reliquia miracolosa: fu appoggiato sulla lava che si diresse verso Catania per fermare l’eruzione. La preziosa reliquia è stat più volte ospitata a Biancavilla dalle varie chiese cittadine e offerta alla venerazione di tutti i fedeli biancavillesi.

S. Agata è stata invocata dai biancavillesi anche in occasione delle eruzioni e del terremoto assieme alla Madonna dell’Elemosina.

L’affresco dedicato a S. Agata

All’interno della Chiesa S. Maria dell’Annunziata si trova un prezioso affresco, opera di Giuseppe Tamo da Brescia, eseguito fra 1722 e 1731. La scena ci mostra il martirio della Santa. La rappresentazione è ben organizzata e piena di pathos. Sotto lo sguardo terribile di Quinziano, seduto su un alto trono, emergono le figure di due sgherri che minacciano la Santa: il primo la invita ad adorare l’idolo che tiene in mano, il secondo, il carnefice, si appresta a reciderle i seni; un servo posto ai piedi della Santa regge un vassoio, pronto a raccogliere il macabro “frutto” del martirio.

L’artista Tamo, autore di molte opere pittoriche a Biancavilla, raffigura la santa in maniera non tradizionale, ovvero con una tunica bianca da schiava, tipica delle vergini consacrate, ma con abiti ricchi e preziosi, da cui emergono i decori. Egli realizza in maniera poderosa anche i corpi dei personaggi, curandone i dettagli in maniera minuziosa.

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L’affresco di Tamo da Brescia dedicato a Sant’Agata. Foto

La scena si trova all’interno di un edificio con chiari riferimenti alle architetture romane destinate allo spettacolo, probabile riferimento all’anfiteatro vicinissimo ai luoghi dell’incarcerazione , martirio e sepoltura. La martire è legata a una colonna, posta al centro dell’intera composizione; questa sostituisce il simbolo del martirio, solitamente segnato dalla palma. Le tinte fredde dominano tutta la composizione su cui spiccano il mantello di Quinziano e quello di Agata per il colore rosso. Molte parti sono state ritoccate e ridipinte nel corso del tempo. Appaiono tuttavia compromessi alcuni particolari anatomici dei personaggi e le figure dei due cani.

A racchiudere la scena una cornice spessa realizzata con la pittura e decorata da otto fregi barocchi. l’affresco si trova nella navata destra, sopra all’ingresso della sagrestia.

Particolari dell'affresco con il martirio di Sant'Agata
Particolari dell’affresco con il martirio di Sant’Agata all’interno della Chiesa dell’Annunziata. foto di S. Portale

Strettissimo è dunque il legame fra i biancavillesi e la Vergine martire Agata, patrona di Catania.

Foto copertina: pagina facebook Pagina Sant’Agata

Sant’Agata e la devozione di Biancavilla ultima modifica: 2022-02-04T10:00:00+01:00 da SABRINA PORTALE

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Katherine Alexandra Giudice

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