La chiesa di Santa Maria dell’Idria o dell’Odigidria, conosciuta da tutti come l’Idria, ha aperto ufficialmente le porte al culto venerdì 11 giugno, dopo la riapertura ufficiosa dello scorso 17 aprile, avvenuta in forma ristretta per via della pandemia. A inaugurare lo storico edificio religioso l’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina. Ricordiamo che la chiesa era stata chiusa in seguito al terremoto del 6 ottobre 2018. I lavori di messa in sicurezza, iniziati nel 2019, si sono conclusi lo scorso marzo.
La Chiesa di Santa Maria dell’Idria
Si tratta di uno degli edifici storici religiosi più antichi del paese pedemontano, risalente al Seicento. L’anno di edificazione è il 1640. Fu l’ultima chiesa ad essere costruita in città posta, come la Chiesa di Sant’Orsola, a bastione. I due edifici, infatti, delimitavano le zone periferiche del paese: la chiesa di Sant’Orsola per chi doveva dirigersi in direzione di Palermo o Messina, la Chiesa dell’Idria per chi doveva raggiungere Catania. La chiesetta venne intitolata alla Madonna del Buon Cammino, traduzione del greco “odigitria” che trova in Sicilia numerose attestazioni poiché derivante dalla tradizione bizantina. La madonna dell’Odigidria è infatti la patrona dell’isola e la festa ricorre il martedì dopo Pentecoste. Conosciuta anche come Santa Maria dell’Itria.
La chiesa dell’Idria diventa parrocchia
Nel 1799 la chiesa diventa sacramentale. Nel 1952, grazie all’operato di Padre Spoto, diventa parrocchia. Successore di Padre Spoto è Padre Salvatore Nicoletti. Sotto di lui tanti ragazzi sono diventati sacerdoti come padre Ambrogio Monforte. Per 36 anni, padre Nicoletti ha retto la parrocchia affrontando ben due chiusure forzate dell’edificio la prima nel 2004, per via di problemi strutturali e di un necessario restauro finito nel 2009 grazie all’intervento della Regione, e quella del 6 ottobre 2018 a causa del forte sisma che nella notte spaventò tutta la cittadina. Al suo interno, la parrocchia accoglie oltre 5 mila fedeli. Il territorio che appartiene a questa parrocchia va da via Scutari che divide con la Chiesa Annunziata, si ferma in via Vitt. Emanuele, all’altezza della farmacia Paladino, nei pressi di Villa delle Favare, via Tutte Grazie, annoverando anche la parte periferica che comprende la zona dell’ospedale e oltre.
La parrocchia dell’Idria ospita l’ultima confraternita religiosa, nata nel 2010. E’ stata la prima ad accogliere donne e bambini durante la processione serale del Venerdì santo. Per quell’occasione i confrati portano in processione anche l’ultima statua che rappresenta il Crocifisso Risorto nella sera dei “Tri Misteri“. Inoltre è l’unica confraternita che non offre possibilità di avere loculi al cimitero. Chi aderisce lo fa proprio per fede viva e voglia di portare avanti l’attività parrocchiale. La parrocchia annovera anche numerosi gruppi di fedeli appartenenti al Cammino Neocatecumenale di Kiko Argüello. Attivo anche l’oratorio nella casa parrocchiale di via Gemma. Dal giugno 2019 il nuovo parroco è Don Giovanbattista Zappalà, Vicario Foraneo del XII vicariato, comprendente le realtà di Biancavilla e Santa Maria di Licodia..
Chiesa di Santa Maria dell’Idria: il barocco biancavillese
La chiesa è emblema del barocco cittadino. seppur piccola ha decorazioni particolari. All’esterno, il portale e finestra centrale sono realizzati con la tipica pietra lavica nera, ravvisabile anche negli edifici dei paesi limitrofi come Belpasso. Il nero della pietra etnea risalta grazie alla nuova colorazione tenue della facciata che va a sostituire quella di terracotta. Inoltre, dapprima la vetrata ospitava l’immagine della Trinità del Rublion, oggi sostituita dalla scritta greca tratta dal vangelo dove si afferma che Gesù è la via! La facciata termina con la cella dell’orologio e la torre campanaria.
Al suo interno vi sono statue di pregevole fattura e il quadro che raffigura la Madonna del cammino, opera dell’artista biancavillese Placido Rapisarda, realizzata nella seconda metà del 1800 e posta come pala d’altare nel 1884. L’interno, a una navata, presenta notevoli elementi risalenti al tardo barocco. Risalta la ricca decorazione della volta. Il crocifisso è di pregevole fattura e tra i più belli della città grazie al pathos che trasmette.
La riapertura ufficiale al culto
La cerimonia ufficiale di riapertura al culto dell’11 giugno è stata presieduta da Sua Eccellenza Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo Metropolita di Catania, concelebrata da don Giovambattista Zappalà, padre Salvatore Nicoletti e Don Giosuè Messina. Presenti alla cerimonia anche il sindaco Antonio Bonanno, e tutte le maestranze impegnate nei lavori: l’ingegnere Piero Furnari e l’architetto Francesco Anfuso che hanno seguito la progettazione degli interventi e una rappresentanza della I.Co.B di Siracusa e la Gs Art di Gianluca Gullotto che hanno eseguito i lavori. Presenti anche i comandanti della stazione dei Carabinieri e della Polizia municipale.
A causa delle restrizioni per limitare la diffusione della pandemia, tanti fedeli non hanno potuto partecipare. Nel cortile attiguo alla sacrestia è stato allestito uno schermo che ha trasmesso le immagini della cerimonia. Tanti i volti commossi e felici di poter tornare a celebrare e vivere i locali della chiesa.
I fondi
La riapertura dell’edificio è stata realizzata grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana che, tramite l’8X1000, ha finanziato il restauro, ma anche grazie al Comune di Biancavilla e ad offerte private di alcuni fedeli.
La Cei ha messo a disposizione di 150 mila euro, ai quali si sono aggiunti altri 60 mila euro dalla Curia di Catania e 25 mila euro provenienti dal bilancio del Comune. I fedeli hanno contribuito per l’acquisto degli arredi sacri fra cui una nuova via Crucis, candelabri, ecc.
I lavori di ripristino della struttura
I lavori hanno riguardato il restauro esterno e interno. In particolare si è intervenuti per consolidare le volte interne con tutti gli elementi in gesso che si erano distaccati a causa del terremoto, compresa anche la “fiamma” sul lato sinistro del prospetto principale. A questo si aggiunge anche tutta l’impermeabilizzazione della terrazza per evitare le infiltrazioni. Durante il periodo di chiusura dell’edificio, le cerimonie religiose si sono tenute nei locali della casa parrocchiale di via Gemma e nei locali della ex palestra in cortile Valenti, messa a disposizione della parrocchia dai proprietari.
La città si riappropria con gioia della parrocchia.
Foto di S. Portale
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