Nino Milazzo è uno dei personaggi illustri di cui la città di Biancavilla può vantarsi grazie alla straordinaria carriera che ha intrapreso e che lo ha portato ad avere un alto profilo professionale e culturale nell’ambito del giornalismo italiano. Nino Milazzo è scomparso a 91 anni nella notte tra mercoledì e giovedì 12 agosto 2021, in seguito a una malattia e alla morte della moglie, avvenuta pochi giorni prima. Ecco il nostro omaggio a questo illustre figlio di Biancavilla, grande protagonista del giornalismo, uomo di profonda cultura e umanità.
Nino Milazzo e Biancavilla
Antonino Milazzo, detto affettuosamente Nino, era nato a Biancavilla il 16 gennaio 1930; la madre era originaria del nostro paese. Nino ha vissuto poco a Biancavilla, trasferendosi successivamente a Catania.
Negli anni a seguire, soprattutto quelli dopo il successo e l’affermazione professionale, Nino Milazzo era tornato più volte a Biancavilla, soggiornando alle vigne, partecipando a numerosi incontri culturali a Villa delle Favare e all’interno del “Circolo Castriota”, di cui divenne uno dei soci onorari nel 2010; aveva lavorato alla redazione de “L’Annuario dei beni culturali del Comune” del 2011.
Cordoglio e dispiacere ha espresso nell’apprendere la notizia della scomparsa del giornalista anche il primo cittadino di Biancavilla Antonio Bonanno che ha così commentato sulla sua pagina Facebook, la dipartita dell’illustre biancavillese: “Oggi ci ha lasciati un grande giornalista siciliano, Nino Milazzo. Già vice direttore del Corriere della Sera, tornò nella sua terra per dirigere giornali e tv che sotto la sua gestione sono stati un esempio di equilibrio e professionalità giornalistica. Milazzo era nato a Biancavilla e alla “sua” città amava rispondere con affetto tutte le volte che veniva interpellato per iniziative culturali. Alla sua famiglia vanno i sensi del più sentito cordoglio, mio e di tutta la città di Biancavilla“.
Ci auguriamo che adesso possa essere ricordato con un doveroso omaggio. Magari intitolando una delle stanze del centro poli-culturale di Villa delle Favare, o creando un premio giornalistico.
Milazzo, nonostante la sua attività, era visceralmente legato alla Sicilia e a Catania, dove era tornato definitivamente, tra il 1987 e il 1989, ricoprendo incarichi importanti, divenendo protagonista e narratore della vita della città.
L’attività giornalistica
Lunga e prestigiosa è stata la sua carriera giornalistica. Nino Milazzo è entrato in contatto e ha collaborato con alcuni celebri esponenti del giornalismo come: Enzo Biagi, Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Paolo Mieli, Ferruccio De Bortoli.
E’ divenuto un grande amico di Enzo Biagi, con cui ha lavorato per la realizzazione di trasmissioni di approfondimento. Fra gli amici storici anche Giuseppe Fava e Candido Cannavò, con cui visse a Milano.
E’ venuto a contatto con grandi personaggi come Papa Giovanni Paolo II, il Presidente della Repubblica Carlo A. Ciampi, Gheddafi.
Nino Milazzo cominciò la sua attività giornalistica nel 1952 a “Il giornale dell’Isola” (poi diventuto “L’Isola”). Nel 1956 passò a “Espresso Sera” e nel maggio del 1957 al quotidiano “La Sicilia”; la redazione del giornale era allora formata da grandi giornalisti del calibro di : Candido Cannavò, Luigi Prestinenza, Tony Zermo, Piero Isgrò, Puccio Corona e altri professionisti.
Fu vicedirettore del «Corriere della Sera» (dal 1985 al 1987); proprio sul Corriere apparve uno dei più importanti articoli della storia del giornalismo italiano ed europeo, quello sui “professionisti dell’antimafia” (Fonte Salvo Fallica su Sicilymag.it).
Nel 1991 è al timone, con Ricardo Franco Levi, de “L’Indipendente”, con la carica di vicedirettore vicario. Ricoprì il ruolo di direttore de La Sicilia e dell’emittente televisiva Telecolor (2000- 2006). Ha collaborato con “L’Indipendente”, “Il Sole 24 ORE”, con “l’Europeo”.
“Il Direttore”
Nino Milazzo era conosciuto da tutti come “il direttore dei direttori”; sotto di lui si sono formati molti professionisti che ha diretto, indirizzato e seguito. A connotare questo universalmente riconosciuto “gigante del giornalismo” erano sempre grande professionalità, alta moralità, personalità, rispetto e umiltà. Insegnava il mestiere senza atteggiarsi a maestro di giornalismo.
Tante le personalità politiche che gli hanno reso omaggio, in primis il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, l’ex sindaco e amico Enzo Bianco, l’attuale amministrazione comunale di Catania con a capo Salvo Pogliese che ha disposto un minuto di silenzio per ricordare il contributo di Milazzo, durante gli spettacoli previsti dalla rassegna estiva.
Autore di opere di saggistica
Nino Milazzo non è stato solo un giornalista ma anche uno degli esponenti della vita culturale siciliana degli ultimi anni. Ha condotto mirate analisi politiche e sociali sulla città di Catania. Nel 2013 ha rivestito la carica di presidente del Teatro Stabile di Catania, portata avanti fino al 2015. Negli ultimi tempi, prima del definitivo ritiro a vita privata dovuto all’aggravarsi della malattia, Milazzo si era dedicato all’organizzazione di eventi culturali e a incontri nelle scuole, proponendo i temi della legalità e l’evoluzione del giornalismo.
Nel 2009 ha pubblicato la sua autobiografia, Un italiano di Sicilia, dove parla anche di Biancavilla, seguito da L’uomo dei tramonti che amava la politica, Città del sole, 2014, I prigionieri di Sirte, Editoriale Bonanno, 2016, ed infine Il mio Novecento. Memorie del secolo breve, Domenico Sanfilippo Editore, 2017.
Nino Milazzo: “un gentiluomo d’altri tempi”
Garbo, bravura, signorilità e profonda umanità connotavano la personalità di Nino Milazzo. Tante le testimonianze di stima, affetto, ammirazione professionale da parte di amici, colleghi e conoscenti che si stanno registrando sui social e non solo e che ci fanno comprendere la fisionomia di questo personaggio. Tanti fanno emergere la sua competenza, saggezza e rettitudine mai asservita alla politica, cosa abbastanza rara di questi tempi.
La sua umanità si ravvisa anche in uno dei post che scriveva su Facebook in merito alla tragica morte del bambino siriano di tre anni, il cui cadavere è stato ritrovato su una spiaggia in Turchia:
Per favore, se non lo avete già fatto, guardate la foto del corpo senza vita di un bimbetto fra le braccia di un poliziotto su una spiaggia turca. Era un piccolo migrante siriano. Guardate quell’immagine e interpellate il vostro cuore e la vostra coscienza. Null’altro.
Molti professionisti della carta stampata ricordano la sua volontaria uscita di scena, con una grandissima prova di rispetto per il proprio ruolo e per il lavoro altrui negli anni degli scontri con il proprietario de “La Sicilia”. Milazzo ha lottato per non avallare il licenziamento dei suoi giornalisti.
Questo un altro suo post su Facebook:
Non so precisamente perché, ma sto pensando ai tanti sedicenti intellettuali che infestano le fresche acque della cultura, offrendo i prodotti della loro sesquipedale ignoranza. Un pensiero modesto e molesto, da vecchio giornalista senza pretese. Che altro dire? Semplicemente questo: buona notte, falsi intellettuali che immaginate di essere scrittori usando una lingua che non conoscete. E sogni d’oro.
Grande è stato il contribuito dato da Milazzo al lustro di Catania, ecco perché oggi lo ricordiamo, facendo tesoro della sua lezione.
Le foto sono tratte dal profilo Facebook di Nino Milazzo